Elisa Martínez Garrido (coord.), Barbara Fraticelli (coord.)
Il volume che il lettore ha tra le mani rappresenta un viaggio nel cuore della città partenopea. Nei diversi capitoli che conformano la monografia, l'antica e mitica urbe napoletana è immaginata e descritta a partire dai diversi sguardi polifonici, a volte radicalmente contrapposti, elogiativi e osannanti, alcuni, critici, crudeli e strazianti, altri. Napoli è concepita come metafora della bellezza antica del sud del Mediterraneo occidentale e allo stesso tempo è simbolo della decadenza assoluta. Alcune delle voci che ci parlano di Napoli sono interne, emanano dalla stessa città o sono nazionali, ma non appartengono allo spazio regionale campano. Tante altre sono, però, esterne. Interessante si rivela a questo proposito lo sguardo ispanico, catalano e spagnolo, il quale guarda Napoli come terra conquistata, prima dall'antico regno di Aragona, nel XV secolo e, più tardi, come vicereame spagnolo. È giustamente questo incrociarsi di sguardi diversi, propri e altrui, italiani, napoletani, catalani e spagnoli a giustificare il bilinguismo del volume, riflesso di una doppia realtà che guarda nuovamente Napoli allo scopo di constatare ancora una volta come il viaggio attraverso i suoi spazi urbani ci porti ad attraversare uno dei punti centrali della configurazione immaginaria dello spazio culturale dell'Europa.
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