La presente tesi di dottorato, dal titolo Muse invisibili: trasparenze e riflessi delle figure femminili nell'opera di Vittorio Bodini, si propone di analizzare come lo stimolo dell’alterità -intesa sia come alterità di genere attraverso la manifestazione delle figure femminili sia come alterità testuale nel genere della traduzione- costituisca il vero motore della produzione letteraria di Vittorio Bodini. Effettivamente, tra le varie espressioni possibili dell’Altro, ci si è soffermati su questi due elementi in virtù dell’orizzonte marginale che li accomuna, determinando anche il nostro obiettivo di conferire loro nuovamente la propria centralità all’interno del processo creativo, aspetto in parte trascurato finora. A tal fine, abbiamo prediletto una metodologia interdisciplinare che si avvale del metodo storico-biografico per la contestualizzazione dell’autore e della sua opera; di quello comparatistico negli interstizi tra i due orizzonti culturali di riferimento; degli studi di genere, con particolare riferimento alle figure femminili; della ginocritica nell’esame delle lettere e della filologia epistolare per la trascrizione di parte delle stesse; degli studi sulla traduzione per l’analisi delle opere tradotte e della critica femminista nell’impianto generale del progetto. Il lavoro si compone di cinque parti, ognuna con un numero variabile di capitoli: l’introduzione con lo stato dell’arte; una contestualizzazione dell’autore, della sua opera e della sua epoca; una sezione dedicata alle lettere inedite scambiate con tre intellettuali del suo tempo (Giulia Massari, Isobel Gerson e Natalia Ginzburg) delle quali, oltre al loro contributo nella produzione di Bodini, si intuiscono anche i tratti di una fisionomia “invisibilizzata”; un’ultima parte sulle traduzioni e, infine, le conclusioni e riflessioni finali. Tra i risultati più interessanti spicca la presenza di almeno due “muse”, inizialmente invisibili a vari livelli: in primo luogo, le figure femminili con il loro apporto “sommerso” al lavoro letterario e, in secondo luogo, le traduzioni che solo a partire dal lavoro della generazione ermetica hanno iniziato ad acquisire un qualche valore estetico. In altre parole, l’influenza di questi fattori varia in funzione della loro diversa natura: la traduzione opera da dentro al testo come memoria poetica, mentre le donne collaborano concretamente, contraddicendo addirittura lo stereotipo canonico della musa attraverso una partecipazione attiva (da cui la nostra proposta delle “anti-muse”). Il fatto che Bodini orienti la sua creatività in base alle sollecitazioni dell’Altro, quasi nutrendosi della marginalità che circonda storicamente il ruolo delle donne e anche il peso letterario delle traduzioni, ci ha permesso di valutare diversamente la sua traiettoria, rilevandone la straordinaria modernità. La tesi si chiude con una bibliografia che, oltre a includere i fondi e gli archivi consultati (in particolare l’Archivio Vittorio Bodini presso l’Archivio Centrale dello Stato a Roma), contiene studi di genere e sulla traduzione, sull’autore e sulla sua opera, sull’Ermetismo, sulla critica letteraria e sull’alterità, avvalendosi sia di supporti cartacei sia di altri materiali in formato digitale.
La presente tesis doctoral, titulada Muse invisibili: trasparenze e riflessi delle figure femminili nell'opera di Vittorio Bodini, se propone analizar cómo el estímulo de la alteridad -entendida como alteridad de género a través de la manifestación de las figuras femeninas y como alteridad textual en el género de la traducción- constituye el motor de la producción literaria de Vittorio Bodini. De hecho, entre las muchas expresiones del Otro, nos hemos fijado en estos dos aspectos por el horizonte marginal que comparten, determinando también nuestro objetivo de volver a otorgarles su centralidad dentro del proceso creativo, algo que en parte se había descuidado hasta la fecha. Para ello, hemos empleado una metodología interdisciplinaria que abarca el método histórico-biográfico para contextualizar al autor y su obra; el comparatista en los cruces entre los horizontes culturales de referencia; los estudios de género, en relación con las figuras femeninas; la ginocrítica en el examen de las cartas y la filología epistolar para la transcripción de una parte de las mismas; los estudios de traducción para el análisis de las obras traducidas y la crítica feminista en la organización general del proyecto. El trabajo consta de cinco partes y cada una incluye un número variable de capítulos: la introducción con el estado de la cuestión; un apartado de contextualización con respecto al autor, a su obra y a su época; una sección dedicada a las cartas inéditas intercambiadas con tres intelectuales de su tiempo (Giulia Massari, Isobel Gerson y Natalia Ginzburg) de las que, además de su contribución en la producción de Bodini, se intuyen también rasgos de una fisionomía “invisibilizada”; una última parte sobre las traducciones y, para terminar, las conclusiones y reflexiones finales. Entre los resultados más interesantes destaca la presencia de al menos dos “musas”, en un principio invisibles a varios niveles: en primer lugar, las figuras femeninas con su aportación “sumergida” a la labor literaria y, en segundo lugar, las traducciones que solo a partir del trabajo de la generación hermética han empezado a adquirir algún valor estético. En otras palabras, la influencia de dichos factores depende también de su esencia distinta: la traducción actúa dentro del texto, como memoria poética, mientras que las mujeres colaboran concretamente, contradiciendo incluso el estereotipo canónico de la musa, a través de una participación activa (de ahí, nuestra propuesta de las “antimusas”). El hecho de que Bodini oriente su creatividad siguiendo las solicitaciones del Otro, casi alimentándose de la marginalidad que rodea históricamente el papel de las mujeres y también el peso literario de las traducciones, nos ha permitido valorar de forma distinta su trayectoria, poniendo de relieve su extraordinaria modernidad. La tesis se cierra con una bibliografía que, además de incluir los fondos y los archivos consultados (en especial el Archivo Vittorio Bodini conservado en el Archivo Central del Estado en Roma), contiene estudios de género y sobre la traducción, sobre el autor y su obra, sobre el Hermetismo, sobre la crítica literaria y sobre la alteridad, utilizando tanto soportes de papel como otros materiales en formato digital.
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