It’s proposed a reflection based on the comparison between two famous characters of Dante’s Inferno: a thief that has lost human marks because of his bestiality, and an indefatigable researcher of human vices and virtues for desire of knowledge, that is the most noble part of human intellect, unfortunately limited. A help for understanding the question can be provided thanks to some unpublished commentaries of the XIVth century.
Viene proposta una riflessione basata sul confronto tra due famosi personaggi dell’Inferno dantesco: un ladro che ha perduto le connotazioni umane esibendo la sua componente “inferiore” connotata dalla bestialità, e un inesausto indagatore dei vizi e delle virtù umane che sacrifica ogni altro aspetto della propria esistenza alla ricerca dell’appagamento del proprio desiderio di conoscenza, cioè l’aspetto più nobile dell’intelletto umano, purtroppo limitato dal momento storico inopportuno. Di aiuto per una comprensione di tale contrapposizione possono servire commenti inediti rintracciati dallo studioso di epoca coeva a Dante
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