Il contributo si propone di indagare uno degli aspetti meno noti della vita e dell'opera del poligrafo toscano Francesco Serdonati. La presenza della lingua spagnola, tema finora pressoché ignorato dalla critica, viene approfondito seguendo una duplice linea direttrice: quella della traduzione del Sufragio di Jerónimo Gracián Dantisco (1603), con particolare riferimento all'ipotesi di una conoscenza personale, avvenuta a Roma, tra i due; e quella secondaria, ma non meno importante, delle frasi proverbiali scritte in spagnolo (o aventi più o meno a che fare con la Spagna), reperibili nell'ampia raccolta paremiografica di cui è in corso di elaborazione la prima edizione a stampa integrale.The aim of this paper is to study one of the less known aspects of Serdonati's life and work. The presence of Spanish language, theme so far ignored by critics, is approached following a double guideline: the translation of Jerónimo Gracián Dantisco's Sufragio (1603), with reference to the hypothesis that they were friends in Rome; and the which is headed by sayings and sentences written in Spanish, in the very large collection of proverbs, of which the first printed edition is now in progress.
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