The essay reflects on the results achieved by doctrine and jurisprudence about the criteria for evaluating the inhuman or degrading character reserved for the prison treatment, in violation of Article 3 ECHR. The Author also investigates the most problematic profiles, such as those related to the calculation of the intramural living space for each prisoner and the presence of the bathroom so-called “on sight”, and, at the end, she also makes some critical remarks about the lack of some fixed “indicative indices of inhumanity”, which could represent a guide for the judge’s work.
Il contributo riflette sugli approdi raggiunti da dottrina e giurisprudenza circa i criteri di valutazione del carattere inumano o degradante riservato al trattamento carcerario, in violazione dell’art. 3 Cedu. Dopo avere indagato i profili più problematici, quali quelli connessi al calcolo dello spazio vitale intramurario riconosciuto al detenuto e alla presenza del cd. bagno “a vista”, l’Autore svolge alcune osservazioni critiche circa la mancanza di sicuri “indici indicativi di disumanità” cui fare riferimento, capaci di guidare l’opera dell’interprete.
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