The present essay proposes a reinterpretation of a well-known Ulpian passage, where the jurist deals with the relevance - for the purposes of granting of the actio iniuriarum - of the habitus worn by the offended person. It argues that, contrary to what is maintained by some authors, the habitus does not seem to be essential to establish that adtemptata pudicitia took place and to grant the relative action.
Il saggio propone una rilettura di un noto passo ulpianeo, nel quale il giurista si occupa della rilevanza – ai fini della concessione dell’actio iniuriarum – dell’abito indossato dalla persona offesa. Abito che, contrariamente a quanto sostenuto da parte della dottrina, non sembra essere essenziale ai fini della configurazione di un’ipotesi di adtemptata pudicitia e della concessione della relativa azione.
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