Lo scopo della tesi è di focalizzare i cambiamenti necessari per le scuole dell'infanzia 0-3 anni alla luce del fenomeno di immigrazione di persone straniere in molte città italiane ed europee. In particolare, raccoglie i risultati di una ricerca, svolta presso le scuole dell'infanzia municipali zero-tre della città di Torino, tenuto conto che il compito della scuola dell'infanzia è di predisporre tutto quanto necessario per permettere a tutti i bambini di vivere una vita buona, e degna di essere vissuta.
La ricerca che è partita dall'ipotesi di fondo che bambini e genitori stranieri fossero un potenziale interessante e ricco per mettere a fuoco modelli e pratiche del nostro modo di pensare e di fare la scuola. È stata un'occasione per interrogarci in che modo bambini e genitori portatori di identità differenti si permettessero di vedere aspetti della nostra scuola che ci sfuggono, che sono trasparenti a noi stessi, che possono essere in contraddizione con fini e valori dichiarati.
Sul piano metodologico ci sembrava interessante sviluppare l'approccio proposto da J.J. Tobin e altri in Infanzia in tre culture (Cortina, Milano, 2000). Sul piano teorico il lavoro si poneva al confine fra la riflessione pedagogica, la psicologia culturale, l'antropologia dell'educazione e la pedagogia interculturale. Tobin stesso ha definito il suo ambito metodologico come "antropologia multivocale" e "etnografia visuale".
Sul piano pratico la ricerca ha seguito questo percorso: a) costruzione di 2 filmati con caratteristiche narrative (la giornata del bambino al nido: un video di circa 20 minuti ripetuto in alcuni asili nido); b) il filmato doveva essere concordato e discusso dagli educatori della classe e dai genitori; c) realizzazione di focus group registrati (una sorta di meta-narrazione: un film sul commento del film): altri gruppi di educatori e genitori hanno visto il film e lo hanno commentato.
d) Interpretazione dei testi dei focus group (appunti presi durante gli incontri, audio-registrazioni, quando possibile videoregistrazioni degli incontri); e) Individuazione di linee guida, consapevolezze implicite, saperi nascosti, ecc.: lo scopo era di comprendere che cosa gli altri comprendono del nostro modello e questo ci porta a riflettere sul punto di vista dell'altro in relazione al nostro lavoro.
L'analisi e l'interpretazione dei dati si è basata su interviste e focus group ed è stata organizzata in due fasi: la prima, di carattere analitico, ha approfondito i punti di vista dei singoli intervistati o dei diversi gruppi, la seconda, di carattere sintetico, ha proposto uno sguardo d'insieme individuando convergenze e divergenze in relazione alle diverse opinioni espresse.
Per ognuna delle interviste o dei focus group è stato possibile raccogliere (a) una sintesi dei contenuti dominanti degli argomenti discussi e/o emersi, proporremo, (b) una lista degli elementi chiave più significativi emersi e (c) i principali dilemmi che, esplicitamente o implicitamente, i singoli soggetti o il gruppo hanno fatto emergere La rilettura sintetica di tutte le idee, i punti di vista e le impressioni ha permesso poi la messa a fuoco di un mosaico articolato di osservazioni, suggerimenti e indicazioni per il lavoro futuro. Tale rilettura è avvenuta per gradi.
Fra i risultati principali emersi proponiamo alcuni indicatori per il futuro: " La necessità di avere una mente multiculturale; " Il diritto a vivere una vita buona; " Il diritto all'identità; " Il diritto all'uguaglianza; " Il diritto alle capacità.
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